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22. O la regola o il coniuge

  • Writer: asslbs
    asslbs
  • Oct 14, 2021
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Updated: Oct 27, 2022

(Ri)leggere le Lettere di sant'Ignazio



Ignazio distingue, conformemente all’antica Tradizione confermata dal Concilio di Trento (Ej 356), due forme di vita fra le quali il cristiano deve scegliere, riconducendole a un’unica perfezione (Ej 135), convinto che la più grande perfezione soggettiva consista nell’aprirsi con santa indifferenza (ES 179) allo stato particolare – la verginità consacrata o il matrimonio – che Dio ha predisposto per lui e gli dà da abbracciare con una decisione irrevocabile (Ej 171-72). Al rettore del collegio di Bologna il santo suggerisce di guidare una giovane verso una tale elezione, tenendo conto, però, che la risposta, come nel caso di Pietro e di Andrea (Ej 275), può avvenire a tappe.





A Francesco Palmio

12 maggio 1554


Monsignor Giglio ha nelle vostre parti una sua nipote, figlia di sua sorella, che finora non si è risolta né a farsi monaca né a maritarsi. Ora questi signori, i suoi parenti, gradirebbero che la R.V. vedesse di disporla, o per entrare in qualche monastero (il che, senza paragone, sarebbe meglio per lei, consacrandosi come si deve al suo Creatore), o allo stato matrimoniale. Cosicché V.R. userà tutta la diligenza possibile acciocché ella si disponga a servire il Signore o nell’uno o nell’[altro] stato. […] Se pure paresse a V.R. che lei stia meglio per adesso dove si trova, la confermi [in questo] e ci dia avviso alla prima occasione, in modo da rispondere a detto monsignor Giglio, oppure V.R. gli risponda che lui e tutti noi vogliamo il meglio.

CB VIII/3_2 [Epp 4444: VI, 694-695]



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